06/11/2012

«Sono nato da uno stupro: grazie mamma per non aver abortito»

Sull’aborto in caso di stupro si è fatto recentemente un gran polverone mediatico negli Stati Uniti per le sfortunate, quanto male interpretate, dichiarazioni del membro del congresso americano Todd Akin che, rispondendo a un giornalista ha parlato di “stupro legittimo” in caso di aborto in caso di stupro.

A margine di questa legittima polemica il dibattito è proseguito e recentemente un’emittente nordamericana ha trasmesso un servizio al riguardo. Un uomo chiamato Ken ha raccontato la sua storia: è stato cresciuto in una famiglia adottiva, e fino ai 30 anni non ha mai conosciuto sua madre. Quando l’ha trovata, ha scoperto le circostanze della sua nascita: a 15 anni venne violentata e in seguito venne aiutata da un’ istituzione cattolica di carità a cui lo lasciò, dopo aver preso la coraggiosa decisione di lasciarlo vivere. In seguito Ken fu adottato, oggi è sposato e ha tre figli.

Ha dunque deciso di intervenire nel dibattito, parlando per coloro che non hanno voce:  “Mi si rivolta lo stomaco quando sento parlare di stupro, perché è qualcosa di orribile. Mia madre non ha cercato di dirmi il nome di mio padre, perché lui aveva minacciato di ammazzarla se avesse mai detto qualcosa”. “Se mai lo incontrassi”, ha continuato, “credo che la prima cosa che farei sarebbe dargli un pugno. Lo stupro è una cosa spaventosa, però quello che voglio dire alle donne che ci stanno ascoltando è: da qualcosa di così terribile può nascere qualcosa di buono. E io ne sono la prova”.

Ha poi raccontato di aver mantenuto una relazione con la sua madre biologica e la sua famiglia, dopo averla rincontrata, tutti insieme hanno partecipato alla celebrazione delle nozze d’oro dei suoi genitori adottivi. Ha detto di ammirare la sua madre biologica per come si è rifatta una vita: “E’ stato un periodo molto duro per lei, si è sacrificata molto, per cercare di superare quel dolore che era entrato nella sua vita”. Quando Ken è venuto a conoscenza della sua storia, ha fatto la promessa di adottare un figlio, in ringraziamento del fatto di essere stato lasciato vivere. E così ha fatto.

Riguardo all’aborto il suo messaggio è chiaro: i bambini concepiti durante uno stupro sono “veri” quanto tutti gli altri. “Sono stanco che la gente tratti questi bambini come se non fossero nulla. Loro possono nascere, possono crescere, possono vivere una vita straordinaria”. Perché rispondere con altra violenza ad un atto di violenza?

di Davide Galati

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