16/08/2013

Per l’ONU i poveri hanno più bisogno di sesso che di cibo e acqua

Dice il bimbo nella foto: “Mi stai dicendo che i diritti sessuali daranno da mangiare alla mia famiglia, un lavoro ai miei genitori e mi manderanno a scuola?”

La domanda non è assurda.

La FAO stima che un miliardo di persone soffrono di denutrizione cronica, 5 milioni di bambini ogni anno muoiono di fame (circa la metà delle morti infantili nel mondo sono dovute alla mancanza di cibo). L’UNICEF e l’OMS dicono che 800 milioni di persone nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile, il che provoca malattie che uccidono un bambino ogni 20 secondi. E ancora milioni e milioni di morti avvengono per mancanza di medicine, di antibiotici e disabilità varie.

E siccome questi dati sono forniti dall’ONU, uno si aspetta che l’assemblea annuale della Commissione ONU sulla Popolazione e lo Sviluppo (CPD), che si è tenuta a Manhattan quest’anno, abbia discusso come affrontare questi problemi... E invece no.

Invece il tema di quest’anno, “Tendenze nelle migrazioni” , è stato focalizzato sul sesso. Sesso e aborto. 

Quando giungono gli aiuti in una regione devastata dalla guerra, dalla fame e dalla sete, la cosa più importante è che arrivino le ostetriche armate di curette (cucchiai chirurgici per praticare aborti) e le tasche piene di preservativi, che ti spiegano che “gay è bello”. L’acqua e il cibo possono aspettare.

Mentre milioni di bambini continuano a morire di fame e di sete le menti più potenti del mondo nel campo dei diritti umani e della solidarietà tra le nazioni si preoccupano dei diritti sessuali dei bambini di 6 anni. Pare che la prima necessità dei migranti e dei poveri del mondo siano i “diritti sessuali e alla salute riproduttiva”, a giudicare dal documento finale della Commissione che contiene una quarantina di riferimenti a questi concetti.

La cosa si spiega: poche settimane fa l’ONU ha lanciato una campagna mediatica intitolata “My World” che è descritta, nel suo website, così:”My World è un segno importante della volontà delle Nazioni Unite di innovare e sfruttare le tecnologie dell’ informazione e dei mezzi di comunicazione sociale per favorire la comunicazione inclusiva”. Più di 600.000 cittadini di 194 paesi del mondo hanno votato attraverso i loro pc o i cellulari dando modo all’ONU di “raccogliere in tempo reale informazioni sulle priorità dei cittadini nel contesto delle azioni da intraprendere per lo sviluppo futuro”.

 Questo è significativo: i bisogni e le priorità di chi ha accesso al computer e allo smart phone probabilmente non sono cibo, acqua e medicinali. E infatti le principali esigenze sono la protezione della natura, l’uguaglianza tra i sessi, i cambiamenti climatici, ecc.

Magari non sono esattamente le priorità dei paesi dell’Africa Sub-Sahariana, delle città sperdute nelle Ande del Sud America  o degli slums indiani e delle favelas brasiliane... Ma finché tali priorità saranno scelte da occidentali abortisti, ossessionati dal sesso, comodamente seduti in uffici con aria condizionata, che cliccano su pagine internet multicolori per determinare cosa è importante per il resto del mondo, milioni di persone continueranno a morire.

a cura della Redazione, da LifeNews.com, 

L’articolo originale è di  Raimundo Rojas, profugo cubano, che vive negli USA dal 1968. E’ direttore della sezione ispanica  di National Right to Life e la rappresenta alle Nazioni Unite tra le ONG.

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