29/04/2013

La paternità inizia quando il bambino è nel ventre della madre

Una nuova campagna mediatica negli USA ripensa la relazione tra il padre, la vita nascente e l’aborto

Da alcuni mesi sulle strade di alcuni stati dell’Unione campeggiano enormi cartelli, come quelli qui riportati. La campagna pubblicitaria, con lo slogan “Fatherhood begins in the womb” (la paternità inizia dal grembo della madre), è stata fortemente voluta dall’organizzazione prolife Radiance Foundation che a partire dalla Virginia sta allargando le sue comunicazioni ora anche in New Jersey e in California. Secondo la Radiance Foundation, che ha finanziato la campagna sostenendola con il sito www.toomanyaborted.com, l’aborto è il killer n.1 negli USA, superando ogni anno con più di 1 milione di bambini uccisi i 31 mila morti per arma da fuoco, per un ecatombe di 55 milioni di esseri viventi mai venuti alla luce dal varo delle leggi abortiste.
Che fare di fronte a questa realtà? Secondo la Radiance Foundation una strategia possibile è rimettere in discussione, con uno sguardo critico, il caso Roe vs Wade che dal 1973 ha aperto le porte all’aborto negli Stati Uniti. Una delle conseguenze di questo caso fu l’esclusione della figura maschile e paterna dalle decisioni riguardanti la vita del figlio in caso di scelta abortiva, fatto che sarà presente in tutte le legislazioni occidentali sull’aborto da lì in avanti. Questa esclusione avrà e ha tuttora un grave effetto diseducativo sulle generazioni maschili che si sono succedute, cresciute quindi senza consapevolezza del valore della paternità, fatta di responsabilità e cura per la vita generata. Non è un caso se la Radiance Foundation fa notare la stretta correlazione tra paternità assente e aborto: di tutti gli aborti che vengono effettuati ogni anno negli Usa l’84% avviene tra coppie non stabili in cui l’uomo ha abbandonato la donna incinta.
Scardinando perciò i corollari del caso Roe vs Wade, la campagna “Fatherhood begins in the womb” della Radiance vuole di certo richiamare gli uomini alla responsabilità affettuosa verso la vita nascente nella loro donna, ma anche sottolineare l’inadeguatezza delle leggi abortiste che escludendo la figura paterna hanno condannato a morte milioni di bambini privandoli, in un modo o nell’altro, della difesa responsabile dei loro padri. Del resto lo aveva già detto Giovanni Paolo II: “Rivelando e rivivendo in terra la stessa paternità di Dio l’uomo è chiamato a garantire lo sviluppo unitario di tutti i membri della famiglia: assolverà a tale compito mediante una generosa responsabilità per la vita concepita sotto il cuore della madre” (Familiaris Consortio, 1981).

di Antonello Vanni, autore del libro “Lui e l’aborto. Viaggio nel cuore maschile”, San Paolo Ed., nelle librerie dal 20 maggio 2013, www.antonello-vanni.it

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