15/09/2013

Affinché i condannati a morte non sentano dolore

Interessanti le considerazioni di Laura Rose su lifenews.com.
In diversi stati americani esiste la pena di morte e quindi nei carceri il “braccio della morte”. Non entriamo nel merito della questione, anche se chi scrive – per principio – è contraria alla pena di morte. Comunque la Rose ci illustra come i detenuti nel braccio della morte godano di ampia tutela legale: il loro ultimo soggiorno deve essere il più sereno possibile. Si tratta di persone che hanno commesso crimini efferati, ma di fronte alla morte meritano rispetto. Non entriamo nei dettagli: basti dire che, per esempio, la legge tende a garantire che i condannati non sentano dolore.
Nell’articolo della Rose, poi, è descritta la procedura standard dell’aborto: ai piccoli innocenti, che vengono fatti a pezzi nel grembo materno, nessuno si cura di garantire l’anestesia. Inoltre nei paesi dove è ammesso l’aborto tardivo, come gli USA, il tentativo di passare leggi restrittive che vietano l’aborto oltre le 20 settimane sono fieramente avversati in nome della “libertà” e della “civiltà”...
Traduzione a cura di Francesca Romana Poleggi
di Laura Rose
 
banner loscriptorium
 
 
Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.