04/01/2014

2013, anno di successi pro-life negli USA

Non sono bastate campagne pubblicitarie, l’apertura di mega centri clinici abortisti, cospicui fondi, un nuovo packaging ed un Presidente degli Stati Uniti apertamente schierato con Planned Parenthood: gli aborti nel corso del 2013 sono diminuiti.

Il movimento pro-life ha ottenuto notevoli successi, con le sue battaglie per la vita e la sensibilizzazione verso la cittadinanza.

Hanno certamente influito anche gli scandali legati alla gestione di diverse cliniche. Infatti, dopo la condanna per omicidio di primo grado del dottor Kermit Gosnell, arrivata a maggio 2013, tutti hanno imparato qualcosa su ciò che accade nel settore dell’aborto: sporcizia, condizioni cliniche spaventose, assenza di controlli da parte degli organi preposti e soprattutto un cinico disprezzo nei confronti della vita dei pazienti, madre e figlio.

L’industria dell’aborto ha cercato di far passare Gosnell come un caso isolato ma non sono rari i medici che indirizzano le donne anche alla 24 settimana di gestazione verso strutture che effettuano operazioni di interruzione di gravidanza in fase così avanzata; lo stesso Planned Parenthood conta al proprio interno una dozzina di cliniche che praticano aborti su bambini di 20 e più settimane.

Il risultato di aver ottenuto questo piccolo squarcio per vedere la realtà?
Tutti i sondaggi mostrano un pubblico sempre più a disagio nei confronti dell’aborto ed il numero stesso di interruzioni è calato visivamente. I dati ufficiali non sono ancora resti noti, ma è certo che si è passati da 1,6 milioni di anni annui nel 1990 agli 1,1 attuali.

Dal canto loro, anche gli operatori del settore morte si dichiarano impegnati per la riduzione dell’aborto, cosa che è semplicemente assurda dato che loro vivono di questo e, di certo, non hanno intenzione di perdere “clienti”.

Oltre a questo, strutture come Planned Parenthood stanno studiando nuove strategie per puntellare gli introiti delle interruzioni di gravidanza. Non solo, come si diceva prima, l’inaugurazione di enormi strutture, con interni di design, parcheggi privati e collegamento con mezzi pubblici, ma soprattutto “aborti clinici” ed “aborti via webcam” dove una donna, ovunque essa si trovi, può effettuare una breve visita tramite il proprio computer e ricevere comodamente il necessario per abortire con pillole. Dovesse riscontrare dei problemi? Nessuna paura, c’è un numero verde a disposizione da chiamare.

L’ultima carta che l’industria dell’aborto può giocare è l’ObamaCare, attraverso cui ottenere enormi entrate ed un continuo flusso di nuovi clienti.

Ma tutto questo, nessuno studio potrà cambiare la realtà di ciò che è un aborto, cioè la deliberata ed inutile distruzione di una vita umana innocente.

Redazione

Per leggere l’articolo da cui è tratto, vai sul sito di LifeSiteNews: qui troverai la versione completa in lingue inglese.

 

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