07/03/2013

Non più “Pro Choice”, ma per la “giustizia riproduttiva”

Planned Parenthood ha recentemente annunciato che è ora di mandare in pensione l’espressione “pro-choice”. Queste parole, che in inglese significano “per la scelta”, hanno definito per decenni coloro che appartengono al fronte pro – morte degli abortisti. Probabilmente stanno cominciando a capire che una “scelta per la morte” non è propriamente una scelta intelligente...

Alcuni ritengono che Planned Parenthood voglia cambiare questo suo slogan perché “pro-choice” non funziona più, in particolare con le generazioni più giovani. Forse grazie anche agli sforzi di tutti i movimenti e le associazioni “pro life”, per la vita. Probabilmente la generazione di coloro cha hanno meno di quaranta anni, si è resa conto che – solo negli Stati Uniti – hanno perduto 55 milioni di coetanei a causa dell’aborto, sacrificati sull’altare della “libertà di scelta”.

Planned Parenthood invece spiega che “pro-choice” non è sufficiente a spiegare la complessità delle decisioni che si possono prendere in materia di “salute riproduttiva”. Quindi ancora rifiutano di riconoscere che l’aborto è una scelta di morte, perché sanno che sarebbe una una battaglia persa per loro ammettere la verità, cioè  che stanno promuovendo la morte. Pertanto, cercano di confondere le acque, mischiando la questione vita – morte con altre questioni quali l’economia, la razza, l’orientamento sessuale e altri problemi riproduttivi.

Perciò si va rivalutando l’espressione “giustizia riproduttiva” o R.J., che era il termine usate dalle femministe afro-americane, che volevano far riconoscere all’aborto il rango di diritto civile. Ora l’espressione si allarga di significato e comprende con l’aborto la contraccezione, l’assistenza sanitaria globale e diritti dei gay. In questo modo Planned Parenthood pone in essere l’ennesimo tentativo per cercare di controllare il dibattito.

Sempre a fini di propaganda, gli attivisti pro-aborto hanno coniato l’espressione “oppressione riproduttiva”, per indicare  fattori sociali ed economici che ostacolano l’accesso all’aborto, e bollando come vera e propria tirannia le misure di protezione della maternità e del bambino: i periodi di attesa, la necessità del consenso (o della notifica) dei genitori, o l’obbligo della ecografia prima dell’intervento.

“La giustizia riproduttiva” è una tecnica per arrivare all’aborto libero, subito, diretto, senza pensarci su. I loro esperti di marketing negli USA sono già a lavoro in questa importante opera di mistificazione: non ci lasciamo confondere da questa “neolingua”: noi sappiamo che l’aborto è una questione di  vita o di morte e noi siamo fermamente dalla parte della vita.

Bradley Mattes,  Direttore Esecutivo dell’Istituto Life Issues, che spera di poter cambiare i cuori e le menti di milioni di persone attraverso l’istruzione, per proteggere la vita umana innocente dalla culla alla tomba.

(Traduzione a cura di FRP)

di Bradley Mattes – Executive Director Life Issues Institute

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